L’aumento del costo dell’energia di questi ultimi mesi con conseguente picco massimo dei prezzi dei derivati e di tutto l’indotto della distribuzione dei prodotti anche di prima necessità ha accentuato ancora di più l’attenzione su fonti di energia alternative e sugli incentivi. L’Unione Europea in concerto con i singoli stati membri ha stilato e comunicato una serie di importanti provvedimenti. Fra questi troviamo il piano Nazionale di Ripresa e Resilienza meglio conosciuto con la sigla PNRR. Questo documento spiega in che modo verranno allocati e distribuite le risorse economiche stanziate e decise dall’UE a conseguenza delle conseguenze post Covid. L’Unione Europa lo scorso aprile ha già confermato una prima tranche di fondi destinati al nostro paese per un ammontare di 25 miliardi di euro.
Il piano prevede anche delle scadenze temporali, fra le tante una rappresenta il punto di svolta: il 2030. Entro questa deadline l’Italia ha l’obiettivo di raggiungere la quota di 70 GW di potenza ottenuta tramite fonti rinnovabili. Un ruolo cruciale spetta, in questo ambito, agli impianti fotovoltaici di nuova generazione.
L’installazione di queste nuove fonti energetiche è condizionata dalle procedure burocratiche che sono spesso causa di rallentamenti. Snellire le procedure per la compilazione, presentazione e accettazione della modulistica e nullaosta a procedere è il punto fermo di tutti i principali attori politici e governativi italiani.
Procedure più rapide agevolano anche tutto l’indotto delle industrie collegate alla filiera del fotovoltaico.
Nell’agenda italiana alla data del 2030 vi è il raggiungimento di 50 GW di energia autoprodotta tramite impianto fotovoltaico.
Per concretizzare questo impegno ci sono molte iniziative. Attualmente è in atto una campagna per sensibilizzare la sostituzione dei vecchi pannelli fotovoltaici (appartenenti a tecnologie del periodo 2000-2010) con pannelli di nuova generazione. Negli anni questa tecnologia è stata molto migliorata e i sistemi a energia solare oggi installati sono più performanti, con minore dispersione di calore generato e in grado di produrre dal 20% al 30% in più rispetto ai modelli più vecchi.
Oltre a ciò un ulteriore accelerazione verso l’attuazione degli obiettivi scadenziati per il 2030 sta nei modelli di progettazione di edifici sia pubblici che privati integrata con misure specifiche e dedicate all’utilizzo dei pannelli fotovoltaici: progettare e costruire sempre includendo la mesa in posa e in funzione di questi sistemi energetici alternativi e rendere il procedimento un modus operandi standard per tutti i luoghi abitati.
Per agevolare la transazione energetica in Italia il Decreto Semplificazioni articola e dettaglia una disciplina volta a minimizzare i tempi di attesa della burocrazia legata alla preparazione della documentazione per la valutazione dell’impatto ambientale dell’installazione di fonti energetiche alternative. Nel decreto trova spazio anche l’approfondimento sugli incentivi per l’efficienza energetica e rigenerazione dei centri urbani: città e metropoli con superbonus e ulteriori agevolazioni volte al risparmio energetico.
Vediamo ora in concreto un esempio di contributo a fondo perduto per l’installazione di pannelli solari in ambito agroindustriale, che essendo un settore preponderante nel nostro paese, risulta quindi essere uno dei principali attori interessati. Sui tetti di fabbricati di attività zootecniche o agricole è possibile accedere a contributi a fondo perduto per installare impianti con potenza massima non minore di 6kW e non oltre a 500KWp. Per questo intervento sono previsti 1500 milioni di euro fruibili nel periodo dal 2022 fino al 2026.
In particolare il 40% dei fondi sono rivolti a progetti delle regioni Sicilia, Puglia, Sardegna, Campania, Calabria, Basilicata e Abruzzo: sono aree geografiche che fungono anche da banco di prova avendo un’esposizione al sole e un clima più favorevole rispetto ad altre zone.
Nel PNRR vengono anche identificati i beneficiari per questo settore del fondo perduto che possono essere cooperative agricole, imprese agroindustriali e imprenditori agricoli. Un ampio capitolo è dedicato alla descrizione del tipo di intervento e spesa concessa. Sono, quindi, ammesse le spese per acquisto e posa dei pannelli, inverter, software per la gestione e componentistica annessa, sistemi di accumulo costo per la connessione alla rete elettrica, acquisto dei materiali.
Gli aventi diritto alle agevolazioni hanno l’obbligo di realizzare, testare e fare un resoconto di tutti gli interventi entro 18 mesi, salvo richiesta e corretto conseguimento di proroga dei lavori. La realizzazione finale va comunque conclusa entro il limite temporale stabilito dal decreto ossia il 30 giugno 2026.
Mentre si assiste alla implementazione dei nuovi sistemi energetici gli studi e la sperimentazione per ulteriori nuove tecnologie sempre più avanzate anche riferite ai pannelli solari è in continuo progredire.
Sono in realizzazione anche pannelli bifacciali, che catturare la luce sia sul lato anteriore che posteriore, ottenendo così una più produzione di energia elettrica, circa il 30% in più rispetto ai pannelli tradizionali mono-facciali. A questo vantaggio si aggiunge anche quello di poter collegare un minor numero di pannelli per mq di superficie. Le narrazioni in tema green ci raccontano che il settore del fotovoltaico continuerà ad essere uno dei veri protagonisti della transazione energetica. Investire in nuovi sistemi di approvvigionamento energetico è quindi l’unica strada percorribile che consente sia alle realtà imprenditoriali sia a realtà più piccole di costruire un paese all’avanguardia e competitivo senza tralasciare l’impegno alla sostenibilità e all’economia circolare.